mercoledì 18 luglio 2007

Il gatto di Mr Philip - Parte 1



"E il Corvo, senza battere mai le ali, resta fermo, fermo
sul pallido ritratto di Minerva proprio sopra la porta della mia camera;
il suo sguardo somiglia a un demone sognante,
e la luce della lampada distende l'ombra sua sul pavimento;
l'anima mia da quell'ombra laggiù non si solleverà mai più,
mai più, mai più."

- Magnifico! -
Era da poco tempo che, su consiglio di un vecchio amico, avevo iniziato a leggere Edgar Allan Poe, e ogni volta che mi immergevo in un suo racconto o una sua poesia ne rimanevo estasiato.
- Che grande inventore di storie! Lo ammiro sempre di più. Tu sai chi è Poe, vecchia cornacchia? -
Mi diverte prendere in giro Fred. Cerca di non darlo a vedere, ma si arrabbia troppo quando lo chiamo in quel modo. La sua rabbia traspare dal tono da sapientone arrogante col quale mi risponde, che puntualmente tradisce il suo tentativo di fare la parte dell'indifferente.
- Certo che lo so! Non sono mica disinformato come lei. Tse... Io uso il mio tempo per fare sempre qualcosa di utile. -
- Dai, non ti arrabbiare, lo sai che ti voglio bene. -
È questa la pillola che uso per addolcirlo, e funziona quasi sempre. Anche se non sembra, è un grande coccolone ed è molto timido. Mi piace tanto questo lato del suo carattere perché è molto simile al mio.
- Beh, Sognatore, anche... ehm... Tutti mi vogliono bene... -
- Eh eh, Fred, è la prima volta che vedo una cornacchia rossa... Ah ah ah. Dai, cosa dicevamo? Ah, sì. Poe. Gran raccontastorie. -
Era tornato al suo solito colorito nero come la pece.
- Sì, sono d'accordo con lei. -
- Chissà come fanno i grandi scrittori a non perdere mai l'ispirazione, ad avere sempre storie da raccontare. -
Fred, inarcando il sopracciglio sinistro e accarezzandosi la parte inferiore del becco come se fosse un mento, disse lentamente:
- In realtà io ho avuto un padrone, uno scrittore di grandi racconti, che, certamente non per colpa sua, perse l'ispirazione e non era più capace di inventare le storie fantastiche a cui aveva abituato i suoi lettori. -
- Uhm... Sembra una storia interessante. Me la puoi raccontare? - Ero proprio curioso di sapere come qualcuno in contatto con un portatore di sogni e di storie come Fred potesse perdere la capacità di raccontare storie. -
- Bene, come desidera, Sognatore. Si sieda, spenga la luce e accenda la lanterna. -


La caduta di Mr Philip

Mr Philip passava la maggior parte della giornata nel suo studio, seduto dietro la scrivania, dove scriveva in continuazione racconti e poesie. L'unico genere letterario col quale non andava molto d'accordo era il romanzo:
- La gente dovrebbe abituarsi a leggere storie brevi ma intense - , diceva spesso.
Era scapolo, e non poteva essere altrimenti considerato il suo carattere difficile. Gli unici amici che aveva eravamo io e un gatto di razza siamese che aveva trovato mentre rovistava nel bidone dell'immondizia nella strada dove abitavamo.
Tra me e Figaro (era questo il nome di quel gattaccio) non girava buon sangue. Quando il padrone non c'era mi faceva sempre i dispetti: una volta si mangiò il mio pranzo, guadagnandosi tutta la mia antipatia. Era un tipo strambo, se ne stava quasi sempre per i fatti suoi e usciva dalla sua cuccia solo per mangiare e per fare il ruffiano col padrone.
L'adozione di Figaro coincise con l'inizio del successo di Mr Philip: scriveva storie su storie e pubblicava libri uno dietro l'altro senza mai fermarsi. Il suo nome era acclamato dalla critica e dai lettori di mezza Europa.
Quando si sedeva dietro la scrivania e poggiava la penna sul foglio, l'espressione del suo volto cambiava, sembrava indemoniato. Non ho mai osato interromperlo quando era in quella sorta di trance, mi faceva un po' paura, a dir la verità. A volte pensavo che avesse una doppia personalità, tipo Dr Jekyll e Mr Hyde.
Una sera, in uno di quei rari momenti che non scriveva, gli chiesi da dove prendeva l'ispirazione per tutte quelle storie, come faceva a inventare tanti personaggi fantastici e a descrivere luoghi sconosciuti e misteriosi.
Fumando la vecchia pipa appartenuta a suo padre, uno scrittore fallito che per una vita ha inseguito il sogno di diventare famoso, disse:
- Vedi, Fred, non so assolutamente rispondere alla tua domanda. So solo che quando mi siedo dietro la mia scrivania e poggio la penna sul foglio la mia mano scrive da sola, come se avesse una propria identità. Non so, però, se questo sia un bene o un male. È come se le storie che scrivo non mi appartenessero, i racconti non li sento miei... Ma l'importante è che, ormai, sono uno scrittore affermato. -
Non ero sicuro che pensava veramente ciò che aveva detto. Dai suoi occhi traspariva la voglia di scrivere qualcosa di personale, che appartenesse al suo mondo, ma nelle sue storie non faceva altro che raccontare avventure di coloro che vedeva come degli estranei, personaggi diversi da quelli che voleva rappresentare.
- Beh, Mr Philip, la fama è importante, ma io credo che è come se lei stesse avendo successo con dei libri scritti da un'altra persona. -
A quella mia affermazione, vidi lo sguardo di Figaro volgersi verso di noi e, in quel momento, fui preso da una strana sensazione: mi sentivo come se fossi osservato da un essere umano.
Figaro saltò fuori dalla cuccia, si avvicinò a Mr Philip e iniziò a miagolare strusciandosi vicino la sua gamba.
- Ehi, piccolino, hai fame? Vieni che ti do da mangiare. -
Mentre si dirigevano verso la cucina, il gattaccio mi diede le spalle e alzò quella sua coda spennacchiata in segno di superiorità. Non mi sono mai piaciuti i gatti. Si comportano come se fossero loro i padroni.

Così come il giorno in cui Figaro giunse in questa casa coincise con l'inizio della fortuna di Mr Philip, quello della sua scomparsa ne decretò la fine.
Quando mi svegliai quella mattina, il padrone era già alla sua ricerca. Non riuscivamo a trovarlo da nessuna parte, controllammo ogni angolo della casa, o così credevamo di aver fatto. Mr Philip era disperato, lo chiamava sperando che sarebbe ritornato da un momento all'altro.
- Perché te ne sei andato, Figaro... Perché mi hai abbandonato... ? Ti ho sempre trattato come un figlio. È così che ricambi il mio affetto?!-
Se devo essere sincero, un po' dispiacque anche a me. Oramai mi ero abituato ai suoi dispetti e, a volte, mi divertiva anche. Più che altro, però, ero curioso di sapere dove fosse andato.
Fu così che iniziò la caduta della carriera del mio padrone. Non riusciva più a scrivere, aveva perso completamente la sua ispirazione. Si sedeva ogni giorno alla sua scrivania ma, puntualmente, iniziava a disperarsi:
- Fred, che mi sta succedendo, non sono più capace di inventare storie. Mio Dio! È la fine! Non potrò più vivere senza scrivere. Aiutami, ti prego! -
Purtroppo non sapevo come aiutarlo. Ogni notte cercavo di raggiungerlo nel sogno e fargli vivere qualche avventura, ma, ahimè, nei suoi sogni si ripeteva sempre la stessa e unica scena: Mr Philip, seduto, che stringeva tra le mani una penna senza inchiostro mentre fissava un foglio bianco sulla scrivania. Non riuscivo a muoverlo in nessun modo nemmeno nel mondo onirico, una cosa che non era mai accaduta prima.

Passarono dieci anni da quel giorno maledetto, e nulla era cambiato. Mr Philip aveva vissuto quel tempo sulla fama che lo precedeva e tutti i suoi lettori aspettavano con impazienza il suo prossimo libro, che forse non sarebbe mai arrivato.
Un giorno, però, qualcosa stava per cambiare. Sentii gridare il padrone nel bel mezzo della notte:
- Fred, Fred, corri, presto! Ho visto Figaro. -
Volai di corsa nella sua stanza, e vidi l'espressione sconvolta del suo viso.
- Dov'è, dov'è? - gli chiesi affannato.
Non riusciva a muoversi, lo shock l'aveva costretto a sdraiarsi sul letto.
- Era proprio lì, sulla sedia vicino l'armadio. Mi stava fissando con i suoi occhi blu e, appena si è accorto che l'avevo visto, è saltato giù dalla sedia ed è entrato nell'armadio. -
Credevo che il padrone si era immaginato tutto, così mi girai per controllare se ciò che aveva detto fosse vero: la porta dell'armadio era socchiusa... Qualcuno l'aveva aperta.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo pezzo mi è piaciuto molto pur essendo incompleto (bastard!!!), la lettura è piacevole e la storia è originale...cmq da quanto mi hai anticipato il continuo dovrebbe essere ancora più bello!
PS: Perché Fred e il Sognatore si danno del lei?...il dialogo tra i due forse dovrebbe essere un pò più confidenziale ;P

Gaetano ha detto...

Sono contento che ti sia piaciuto. Beh, un po' di suspence non guasta mai. ;D
Comunque è solo Fred che dà del lei al sognatore. Lui è abituato a usare un tono abbastanza formale con i suoi padroni, è più forte di lui.
Comunque spero di non deludere le aspettative.

Anonimo ha detto...

voglio sapere il resto! si interrompe sul più bello... MALEDETTO!!!
PS: che frev, Claudia mi ha battuto :(

Anonimo ha detto...

Uahuahuahuahuah... comincia ad abituarti! gnègnè =P

Anonimo ha detto...

"Mr Philip", eh?
Eddai, dimmi che usciranno gli Hoompa Loompa da quell'armadio!
Hihihi! ;P

Comunque, stavo notando un fatto: a parte un paio di congiuntivi scansati, stai scrivendo proprio bene, sai?
Credo che tu abbia fatto tanti progressi dalle sufficienze ai compiti d'italiano al liceo! :D

Uhm... i complimenti proprio non li so fare, io! '^_^

Gaetano ha detto...

Ahahah, hai sgamato il mio piano Hoompa Loompa, ora dovrò cambiare qualcosina... :D
Eh eh, e meno male che sono migliorato dai tempi del liceo... Anche perché senò stess nu poc 'nguaiat. :)
Comunque il Sognatore ringrazia. ^_^