giovedì 15 novembre 2007

Il gatto di Mr Philip - Parte 8



Il vero finale


Mr Philip aveva davvero un'aria affranta, la confessione di Wanda lo aveva letteralmente distrutto. Cercai di scuoterlo in qualche modo.
- Forza padrone, non è il momento di scoraggiarsi. Dobbiamo andare, i due ragazzi stanno per tornare in stanza. -
Vedendo che non decideva a muoversi, intervenì anche Wanda, questa volta sorprendendomi in maniera positiva.
- Phil, ti prego, non ti abbattere. Mi sono pentita di quello che ho fatto, troveremo un rimedio, però ora dobbiamo entrare subito in quella porta. -
Il mio padrone si rivolse a lei guardandola dritto negli occhi: - Come posso fidarmi ancora di te? -
- Hai ragione, ho sbagliato, - ammise la gatta, - però tu, più di chiunque altro, dovresti capire che avevo un ruolo da rispettare, un personaggio a cui tuo padre ha dato vita, un ruolo a cui mi sono appena riballata andando incontro a non so quali conseguenze. -
- Su, padrone, entriamo, presto, non c'è un attimo da perdere. - dissi frettolosamente, aprendo la porta nell'armadio e indicando a entrambi di precipitarsi dentro.
Prima di entrarvi con un agile salto, Mr Philip si rivolse con astio verso Wanda. - Sappi che non mi fido più di te. -
- Mi farò perdonare. - rispose lei, abbassando il suo viso bello tondo.

Ci ritrovammo, così, proprio dove la nostra avventura è iniziata: il corridio con le mattonelle a scacchi bianche e nere e le pareti che richiamavano alla mente un puzzle dai mille colori. Mentre stavamo per incamminarci, però, un suono simile a quello di una sveglia digitale attirò la nostra attenzione.
Il beep beep proveniva da Wanda.
- Non mi guardate così. - disse lei, vedendo che la stavamo guardando con aria perplessa. - È il cercagatti dei miei superiori. Vogliono essere aggiornati sui nostri spostamenti. -
- C-cosa?!! - esclamammo in contemporanea io e il padrone.
- Datevi una calmata, per favore, e ascoltatemi attentamente. Tra poco dovrò incontrare i miei superiori. Cercherò di depistare le nostre tracce, dopodiché, in un modo o nell'altro, dovremo riuscire a prendere la bibbia nella stanza del Re e portarla a tuo padre. -
- Ma la stanza del Re sarà sicuramente sorvegliatissima, come faremo a entrare? - chiese Mr Philip.
- Infatti non entreremo noi, ma qualcuno di cui il Re si fida ciecamente... -
- Zula!! -
- Esatto. Proprio lui. - disse Wanda, - Dobbiamo convincerlo a tutti i costi. Ora dovete nascondervi, andate nella Sala degli scrittori falliti, là nessuno vi dovrebbe notare. Questa è la chiave della porta. Io vado, Nikki mi sta aspettando. -
- Ancora lui?!! - esclamò, infuriato, Mr Philip. - Mi ha rotto le scatole. -
Mentre il padrone stava prendendo la chiave che la gatta teneva nella zampa, lei gli sussurò - Fidati ti me - stringendogli la zampa , allontanandosi velocemente subito dopo.
- Certo che è proprio bella, eh? - sospirò Mr Philip, mentre la vedeva allontanarsi.
- Anche se non rientra nei miei canoni di bellezza, non posso certo negare che è una creatura ben fatta. - espressi in un tono alquanto accademico.
Il modo in cui la guardava mi indusse a pensare che se ne stava innamorando, dimenticandosi del tutto la sua natura umana.

Grazie a Wanda, che ci aveva spianato la strada depistando le guardie nei corridoi, fu molto facile raggiungere la Sala degli scrittori falliti. Nulla era cambiato: la luce che penetrava dalla finestra illuminava i tavoli ai quali erano seduti i gatti scrittori.
La nostra presenza non destò minimamente la loro attenzione e decidemmo così di non farci scoprire, sedendoci a un tavolo in attesa di nuovi sviluppi, attesa che, in realtà, non durò a lungo. Dopo un po' la porta della sala si aprì, qualcuno stava per entrare: era Zula.

Guardai Mr Philip, che mi fece capire con un gesto della testa di nascondermi sotto il tavolo per non attirare la sua attenzione. Ormai, non si fidava più di nessuno.
Il vecchio gatto era da solo, girovagava tra i tavoli della sala in cerca di qualcosa.
- Padrone. - sussurai da sotto il tavolo. - Sembra stia cercando qualcosa, o qualcuno... -
- Shhh! Non ci facciamo scoprire, Fred. -
Non appena il padrone mi disse di stare zitto, il gattaccio seduto di fronte a noi si infuriò.
- Ehi, ora basta! - gridò. - Avevo quasi finito di scrivere una pagina del mio grande romanzo, e voi mi avete fatto perdere il filo! Non ricordo più cosa stavo per scrivere. -
Inevitabilmente, Zula vide cosa stava succedendo e si diresse verso di noi.
- Calma, calma, ora spostiamo il nuovo arrivato ad un altro tavolo. Vieni con me. - disse, rivolgendosi al mio padrone, che non capiva cosa stesse accadendo. - Vieni anche tu, cornacchia. -
- Ehm.... Ti possiamo spiegare. - disse timoroso Mr Philip.
- So già tutto. Seguitemi. -
- C-cosa? Wanda ha fatto di nuovo la spia? Lo sapevo! - grignò il padrone.
- Wanda è stata catturata, è nella sala delle prigioni. È stata scoperta dagli altri gatti spioni e accusata di complotto contro il Re. -
Mr Philip si sbalordì, sentendosi in colpa per aver dubitato di lei.
- Oh, mio dio! Dobbiamo liberarla! -

- Io sono qui per aiutarvi. - disse, sicuro di sé. - Ho un piano, se riusciremo ad attuarlo andrà tutto per il verso giusto. -
Arrivammo davanti una piccola porta.
- Entriamo qui, è uno stanzino dove non entra mai nessuno. -

- Perché hai deciso di aiutarci? - gli chiese Mr Philip. - Ciò che stai facendo potrebbe compromettere la tua posizione.
- Lo so. - rispose Zula. - Non mi piace come stanno andando le cose nel Regno. Il Re si è fatto influenzare dalla malvagità di Nikki e sta abusando del suo potere, mentre il popolo inizia a essere stanco e a ribellarsi. Continuando in questo modo, andremo incontro a un colpo di stato. -
- Caspita! - esclamò sorpreso il mio padrone.
- Già. Ora ascoltate attentamente il mio piano. Ci dirigeremo nella stanza del Re, a cui dirò di avervi catturato, dopodiché vi condurranno così nella sala delle prigioni dove è rinchiusa Wanda. -
- Ma come? - chiese perplesso Mr Philip. - E poi come faremo a uscire? -
- Aspettate. È ora che viene la parte più rischiosa. Devo riuscire a convincere il Re che devo essere io di guardia alla vostra cella. Se andrà tutto bene, durante la notte ruberò la bibbia dalla cassaforte e la porteremo a tuo padre.
Il padrone non sembrava molto convinto del piano di Zula.
- Uhm... Certo, è molto rischioso... Se il Re decidesse di mettere Nikki di guardia sarebbe la fine... D'altronde, non vedo altre soluzioni possibili o meno rischiose. -

- Bene, dunque è ora di andare. -

Grazie alle scorciatoie di cui Zula era a conoscenza, impiegammo davvero poco ad arrivare dal Re. Fuori la grande porta della stanza c'erano due guardie, a cui dicemmo di annunciarci al Re e di dirgli che aveva catturato gli intrusi.
- Sua Maestà il Re vi ordina di entrare. - dissero in simbiosi le due guardie.
Ci ritrovammo, così, di fronte a un gatto seduto su una maestosa poltrona e con una corona d'oro in testa. Era proprio come l'avevo immaginato: in una sola parola, magnifico. Aveva le guance piene e rotonde, le orecchie piccole con punte arrotondate, gli occhi tondi e grandi erano di un blu intenso come quello del cielo di notte. Il mantello era di una bellezza sorprendente: la sua lunghezza variava a seconda delle parti del corpo, corto sul muso, lungo sulle guance, folto sotto la gola e ancor di più sul dorso e sui fianchi.
- E così anche questa volta hai svolto perfettamente il tuo compito. -
- Sì, sua Maestà. Gli intrusi sono al suo cospetto e sono pronti per essere condotti nelle prigioni. Col suo permesso, vorrei occuparemene io. -
- E così sia. Domani a mezzogiorno in punto saranno impiccati in piazza, così tutti capiranno cosa vuol dire tradire il Re. Ora via, conducili nelle prigioni. -
Quell'affermazione mi fece rabbravidire. Guardai il mio padrone e vidi che le sue labbra si muovevano in maniera impercettibile, come se cercasse invano di parlare.
- Come desidera, sua Maestà. -
Appena fuori dalla stanza del Re e lontani dalle guardie, Mr Philip espresse tutta la sua paura:
- Lo sapevo, domani moriremo. Non poteva funzionare!! -

Zula cercò di rassenerarlo. - Si calmi, per favore. Abbia fede. -
Giunti alle prigioni, il gatto ci rinchiuse nella stessa cella di Wanda. Era in un angolino aggrovigliata su se stessa.
- Ehi, Phil, che bello rivederti. Mi dispiace tanto, mi hanno caturata. - disse piangendo.
Il padrone la abbracciò, dicendole che non tutto era perduto.
- Stanotte alle quattro vi verrò a prendere. - sussurrò Zula. - Spiegatele il piano, qualsiasi errore sarà fatale. Io starò qui fuori. - disse infine chiudendo la porta porta della cella. -
- Usciremo di qui, te lo prometto. - disse Mr Philip guardando negli occhi la bella gatta e continuando a stringerla tra le sue zampe. Ad un certo punto, la stanchezza iniziò a farsi sentire e i due piccioncini crollarono dal sonno. Come al solito, toccava a me restare sveglio.


L'ora prestabilita giuse inesorabilmente e, come previsto, Zula aprì la cella dicendo di sbrigarci a seguirlo.
- Andiamo, ora entreremo in un passaggio segreto che ci condurrà direttamente fuori la stanza del Re. A quest'ora non dovrebbero esserci guardie, dato che sua Maestà dorme e odia qualsiasi rumore che sente nel raggio di 10 metri. -
- Uao, in questo passaggio segreto mi sembra di essere sul set di Indiana Jones! - esclamò entusiasta il padrone. - Sai, Fred, quando il professor Jones è nel castello del Maharajà e spingendo la statua di una donna nella parete si ritrova in quel passaggio segreto... -
- Indiana Jones e il tempio maledetto. -
- Esatto! Proprio quello! Bravo Zula. -
- Ora fate silenzio. Siamo arrivati. - disse il gatto, fermandosi improvvisamente. - Ora entreremo nella stanza del Re e prenderemo la bibbia dalla cassaforte. -

- Cassaforte? - chiese il padrone. - E la combinazione? -
- Io sono l'unico a saperla, oltre al Re, ovviamente. -
Mr Philip sembrava essere molto più ottimista, ora. - Allora cosa aspettiamo?! Sbrighiamoci! -
- Aspettate. Mi raccomando di non fare il minimo rumore, il Re ha un sonno molto leggero e se si sveglia possiamo dire addio al piano. -
- Ok! - esclamammo tutti in coro.

Entrati nella stanza, Zula si avvicinò a un ritratto appeso alla parete e lo spostò: dietro c'era la cassaforte. Un classico. Fortunatamente, Mr Ferdinand non aveva pensato di nasconderla in qualche posto folle. Mentre Zula digitava la combinazione, noi eravamo tutti col fiato sospeso, con la paura che, per un motivo o un altro, l'avesse cambiata.

Tic-Tac-Tic-Toc-Tac... e la cassaforte si aprì.

Finalmente eravamo riusciti a impossessarci del libro di Mr Ferdinand. Mr Philip stava per gridare dalla gioia, ma Wanda fu perentoria a mettergli una zampa sul muso. Ci precipitammo velocemente fuori dalla stanza, rientrando nel passaggio segreto.
- Ce l'abbiamo fatta. Ora non dobbiamo far altro che portare la bibbia a vostro padre. -
Percorremmo velocemente lo stretto corridoio, giungendo in un batter d'occhio alle prigioni.
- Eccoci. Questa è la cella di Figaro. -
Mentre stava per aprire la porta, accadde l'ultima cosa che speravo succedesse.
- Traditore! -
Zula rimase a bocca aperta. - Nikki! Perché sei qui? -
- Ho sempre pensato che non c'era da fidarsi di te! Ora ne ho avuto la conferma. La pagherai! - gridò il gattaccio, mostrando i suoi artigli affilati.
Aprendo la cella, Zula disse: - Su, entrate, questa è una faccenda tra noi. Consegnategli la bibbia. Lui saprà cosa fare. -
Mr Philip cercò invano di obiettare. - Ma... -
- Niente discussioni! Forza, sbrigatevi! -
- Ok. Fagli vedere chi è il più forte! -
Furono queste le ultime parole di Mr Philip prima di entrare nella cella.

Figaro era proprio dietro la porta.
- Ehi, che ci fate qui? E che sta succedendo là fuori? -
- Papà, questo è il tuo libro. Devi apportare le modifiche, e lo devi fare al più presto, prima che accada qualcosa di irrimediabile. -
Fu così che si sedette in un angolo e scrisse per circa 5 minuti.
- Fatto. Ora dovrebbe essere tutto risolto. -
Uscimmo subito dalla cella, ma era troppo tardi. La scena a cui assistimmo fu raccapricciante: i cinque artigli della zampa destra di Nikki erano conficcati nel collo di Zula, il quale emise l'ultimo respiro guardando tutti noi con un'aria felice, convinto che il piano fosse riuscito. Eravamo impietriti.
- Tu! Bastardo! - gridò Mr Philip, adirato come non mai e correndogli contro. - La pagherai! -
- Fatti avanti! Ucciderò anche te! -
- Fermati, figliolo! Non ce n'è bisogno! -
- Cosa? - chiese Mr Philip, arrestando la sua corsa.
All'improvviso, si sentirono dei passi.
- Cos'è questo baccano? - disse Nikki.
- Hai appena ucciso il nuovo Re! -
- Ma di cosa stai parlando?!! -
I passi appartenevano alle dieci guardie che erano venute per arrestare Nikki.
- Sei in arresto per aver assassinato il Re! Tutto ciò che dirai potrà essere usato contro di te in tribunale. -
- Ehi, fermatevi, dev'esserci un errore. Zula non è il Re. -
- E invece sì. - intervenne Mr Ferdinand. - Questa notte il popolo l'ha eletto come nuovo sovrano.
- Tutto ciò è follia! Lasciatemi!! - gridò mentre veniva incatenato dalle guardie. -
- Portatelo nella prigione sulla torre, e rinchiudetelo là!! - ordinò Mr Ferdinand.
- Sarà fatto, nostro Padrone! - dissero in coro le guardie.
- Me la pagherete! Non finirà qui! - farfugliava Nikki mentre veniva trascinato via.

- Oh, mio dio! Povero Zula! - disse Mr Philip piangendo e prendendolo tra le sua zampe. - È stata tutta colpa nostra! -
- Calmati, figliolo, troveremo un rimedio. -
- Cosa? Puoi farlo resuscitare, papà? -
- Beh, potrei creare una pillola miracolosa... -
Lo guardammo tutti con occhi colmi di speranza. Prese così il libro e, dopo aver scritto qualcosa, disse:
- Andiamo in cucina. -
Mr Philip prese Zula in zampa e lo seguimmo senza fare domande.

Arrivati in cucina, Mr Ferdinand disse di prendere due piccoli barattoli che stavano sul tavolo.
- Cosa sono? - chise il padrone.
- In una scatoletta ci sono le pillole miracolose, grazie alle quali Zula resusciterà. -
- Allora non c'è un istante da perdere. - Mr Philip prese un bicchiere d'acqua, aprì la bocca del nuovo Re, gli appoggiò la pillola sulla lingua e, infine, gliela riempì d'acqua fino a quando non la ingerì.
Dopo qualche secondo, Zula aprì magicamente gli occhi, vedendo i nostri volti in lacrime dalla gioia. Subito gli raccontammo cos'era successo.
- Dunque, io ora sarei il Re. E che ne stato del vecchio sovrano? -
- È rinchiuso nella cella con Nikki. -
- Incredibile, non ci posso ancora credere. - disse sbalordito. - Però di una cosa sono certo: la pace ritornerà nel Regno dei gatti. Grazie, amici, ve ne sarò eternamente grato. -
Mentre tutti si abbracciavano felicemente, Wanda chiese incuriosita cosa ci fosse nell'altro barattolo.
- Le ex pillole del "non-ritorno". -
- In che senso "ex"? - chiese il mio padrone.
- Ho apportato qualche piccola modifica. Ingerendo la pillola, come tutti sapete, ci si trasforma in un gatto; ingerendone un'altra, è possibile ritornare al proprio stato naturale. -

I volti di Mr Philip e Wanda si oscuararono... Non sembravano essere contenti di quella notizia.
- Figliolo, ora possiamo tornare essere umani. Non sei felice? -
- Sì... beh... ehm... Non so... -
Il padrone guardò negli occhi della bella gatta, cercando di capire cosa pensasse, ma lei, abbassando lo sguardo, disse:
- Phil, vai, sei un essere umano, il tuo posto non è qui. Io ho trovato finalmente una casa, non lascerò questo posto. -
- Ma io ti amo. -
Quella frase rimbombò tra le pareti della cucina, facendo restare tutti di sasso.
- Anch'io ti amo. -
Fu così che finalmente si baciarono.
- Resterò con te. Non ingerirò quella pillola. -
- Se deciderete di vivere nel mio Regno, sarete trattati come se ne foste i sovrani. - li rassicurò Zula.
- Padre, non me ne volere, ma io voglio restare qui. Ho trovato l'amore e non voglio perderlo subito. -
La sua espressione era più che decisa. Niente e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
- Figliolo, io voglio la tua felicità. Se è questo che vuoi, così sia. Se un giorno dovessi cambiare idea, sai dove sono le pillole. -
Dopo un abbraccio affettuoso tra i due, il padrone si voltò verso di me.
- Fred, sei stato un ottimo compagno, e non so come avrei fatto senza di te, non solo in qiest'avventura, ma negli ultimi anni della mia vita. -
Una lacrima inaspettata mi scese sul becco. - Anche lei è stato un buon padrone. -
Figaro interruppe quel triste momento.
- Beh, credo sia ora di andare, Fred. - disse, ingerendo la pillola e trasformandosi in un vecchietto calvo e con la barba bianca.

- Sei proprio tu, papà... Come è strano vederti così... Eri più bello quando eri un gatto. -
Una grassa risata riempì tutta la stanza.
- Addio a tutti. -
Furono le ultime parole di Mr Philip, il quale afferrò la zampa di Wanda e si allontanò con Zula, mentre noi uscimmo dal Regno e tornammo nel nostro mondo.

- Ora cosa farai, Fred? -
- Beh, Morpheus avrà per le mani sicuramente qualcuno a cui affibiarmi. -
- Allora buona fortuna, amico mio. -
- Addio, Figaro. -



- Wow! Che storia emozionante! - esclamai, sorseggiando il mio tè caldo.
- Sì, è vero. - rispose Fred soddisfatto.
- Però è stata un'avventura un po' lunga... Ho tanto sonno... -
- Ma lei non è mai contento di niente? -
Sapevo si sarebbe arrabbiato, ma mi faceva ridere.
- Spegni la lanterna. Mi si chiudono gli occhi... - dissi, appoggiando la tazza sul comodino.
- Tse... Guardi che sono il suo racconta-storie, non il suo cameriere. -
- Grazie, Fred, ti voglio bene. Buonanotte. -
- Bah, 'notte. -