venerdì 3 agosto 2007

Il gatto di Mr Philip - Parte 3




La sala degli scrittori falliti


L'espressione di Mr Philip alla vista di quel dipinto sottolineava un misto di stupore, paura e curiosità.
- Fred, che vorrà dire tutto ciò? - mi sussurrò all'orecchio.
- Non ne ho la minima idea, padrone. -
- Tutto ciò è follia! Prima l'armadio, poi il gatto parlante, e ora questo quadro. Non mi sorprenderebbe scoprire di essere il protagonista di un racconto assurdo! -
La sua agitazione attirò l'attenzione di Zula.
- Cos'è che la turba tanto? -
- Cosa ci fa il mio racconto in quel dipinto? - chiese indicandolo con l'indice della mano destra.
Zula, senza neanche guardarlo, rispose:
- Vede, quel racconto non appartiene a lei, ma ad un altro scrittore. -
- Ahahahah! - la sua risata echeggiò tra le mura del castello. - Allora questo è proprio un bello scherzo! Ti dico con la certezza più assoluta che quella storia l'ho scritta io! -
Lo sguardo del gatto, però, era troppo serio per far pensare ad una burla.
- Quella storia è stata rubata ad Arthur Conan Cat, uno degli scrittori più importanti del nostro mondo. -
Mr Philip diventò pallido come un lenzuolo bianco.
- Ma... Non è possibile... Tutto questo è impossibile! Svegliami Fred, e dimmi che è un sogno... Anzi, un incubo. -
- Si calmi, padrone. Ci sarà stato sicuramente un equivoco. -
Zula ci interruppe: - Nessun errore. Il ladro di quella storia è nella cella 33. -
Io e il padrone sbarrammo gli occhi e ci guardammo, faccia a faccia, sorpresi dalle ultime parole del gatto.

Il silenzio di quel momento, che stava durando già da troppi secondi, si ruppe quando vedemmo un altro gatto in cima alle scale dirigersi verso di noi.
- Ehi, Nikki, che ci fai qui? - chiese Zula, alquanto sorpreso di vederlo.
Non riuscii a capire di che razza era: aveva la testa appuntita, le orecchie, larghe alla base, erano rivolte in avanti e arrotondate verso la punta, gli occhi a mandorla erano di un verde magnifico e raro, e il suo mantello blu-grigio doppio e morbido rifletteva la luce.
- I gatti spioni hanno riferito al Re della vostra discussione. Sua Maestà vuole che Mr Philip si renda conto che il racconto nel dipinto non appartiene alla sua fantasia, così mi ha incaricato di raggiungervi per mettervi al corrente del suo volere. -
Prese una pergamena legata alla sua zampa e cominciò a leggere. Incantati dalla sua bellezza ed eleganza, non facemmo altro che restare in silenzio ad ascoltarlo.
- Visitatori del mio regno, abbiate la cortesia di non mettere in dubbio ciò che vi viene detto dal saggio Zula, mio fedele servitore da decenni.
Anche se non ce ne sarebbe bisogno, voglio dimostrarvi che nessuno nel mio regno si permette di prendere in giro dei visitatori o intrusi che siano.
Finite le scale, seguirete ancora Zula che vi farà da guida nella sala delle prigioni, dove potrete assistere alla verità con i vostri stessi occhi.
I miei ossequi, il Re. -

- Bene bene, - disse Zula appena Nikki finì di leggere, - era da un bel po' che non mi facevo un giro da quelle parti. Sarò ben felice di accompagnarli. -
- Stai attento e chiudi sempre tutte le porte, qualcuno potrebbe evadere come l'ultima volta. -
- Non ti preoccupare, il Re si fida di me proprio perché una delle mie doti principale è l'accuratezza e la precisione con cui faccio le cose. -
Non capivo se era solo una mia impressione, ma tra i due non sembrava scorrere buon sangue. La risposta di Nikki, però, sciolse immediatamente i miei dubbi.
- Ah, ecco perché ci sono due intrusi nel nostro regno... -
Zula lo guardò, sorpreso che avesse detto quelle parole davanti a due creature dell'altro mondo.
- Come osi incolpare me? Non è mio compito sorvegliare l'entrata del castello! -
- Sono io il nuovo braccio destro del Re. Quando capirai che oramai tu sei vecchio?! -
Il povero abissino abbassò la testa, come per dargli ragione, quasi in segno di sconfitta. Nikki legò di nuovo la pergamena alla sua zampa, ci voltò le spalle, alzò la sua coda luminosa e se ne andò da dove era venuto, sculettando in segno di scherno e soddisfatto di come era andata la discussione.
- Sarà anche un bella bestia, - disse Mr Philip guardando il gatto mentre si allontanava, - ma in quanto a simpatia, beh, direi che ha ancora molto da imparare. -
Alla battuta del mio padrone ci guardammo tutti e tre e scoppiammo in una fragorosa risata. Quando Zula rideva il suo mento diventava ancora più rotondo. Mi iniziava a stare simpatico, non aveva nulla a che vedere con quel dispettoso di Figaro.
Appena smettemmo di ridere, il gatto mostrò tutta la sua diligenza.
- È ora di andare. Il Re mi ha dato l'ordine di farvi da guida nella sala delle prigioni. Là ne vedrete delle belle. O meglio, le sentirete... -

Non avevo ancora capito cosa ci aspettasse in queste famose prigioni, però la nostra curiosità aumentava sempre di più. Continuammo così a salire le scale, fino a quando arrivammo finalmente in un altro lungo corridoio, molto meno colorato del precendente, dato che le pareti erano interamente bianche.
In fondo si poteva vedere una porta abbastanza grande, con due gatti ai lati che sembrava facessero la guardia. Prima, però, a destra e a sinistra lungo tutto il corridoio, c'erano moltissime porte.
- Seguitemi, per favore. -
Sopra ogni porta c'era una targa su cui era scritto il nome della sala in cui si sarebbe entrati e con una piccola didascalia sotto. Più di una targa attirò la mia attenzione:
Università: Lingue e culture dei gatti.
La laurea in Lingue e culture dei gatti ha come obiettivo formativo la preparazione di laureati che abbiano una solida formazione di base in linguistica teorica e in lingua gattosa, con la completa padronanza di almeno due lingue gattose nonché delle culture delle civiltà di cui le due lingue studiate sono espressione. Cattedra: Dott. S. La Gatta.
Bigcat: il più grande cinema del mondo.
Programmazione settimanale: "L'ombra del gatto". Il film è ambientato nel mondo degli umani. Walter assassina la sua ricca e odiosa moglie dopo averle fatto firmare un testamento che lo nomina suo erede. Complici dell'assassinio sono il maggiordomo e la cuoca. L'unico testimone è il gatto della moglie. Pellicola per gli amanti del giallo inglese vecchio stile.
Impara a cucinare con Gattofier.
Il più grande cuoco di tutti i tempi ti insegnerà alcune delle sue ricette più gustose. Nessuna parola può essere più efficace a descriverlo quanto quelle dell'imperatore della Zibiba, Alfonso VIII: "Io sono l'imperatore della Zibiba, ma tu sei l'imperatore degli chef".
L'arte dei gatti.
Una galleria d'arte con dipinti dal valore inestimabile, all'interno della quale potrete ammirare i quadri di artisti come Giatto, Picatto, Ganet, e molti altri i pittori che, durante i secoli, si sono cimentati nella difficile arte della riproduzione pittorica.

Alla sinistra della porta che conduceva alla galleria d'arte c'era un quadro veramente magnifico, particolarissimo nella sua semplicità.
- Che ci fa qui fuori questo quadro? - chiese Mr Philip, anche lui estasiato dalla sua bellezza.
- Questo dipinto ci è stato regalato da un individuo che è appartenuto alla vostra razza, un grande amante dei gatti. L'abbiamo messo qui per rendere omaggio alla sua memoria, così anche chi non può entrare nella galleria può ammirare questo suo capolavoro. Il suo nome è Pierre-Auguste Renoir. -
- Cosa?! - esclamò con sorpresa il mio padrone, - Ciò vuol dire che anche lui è stato in questo posto... -
- Sì. - rispose il gatto, con un tono leggermente malinconico. - Ora, però, proseguiamo, siamo quasi arrivati.

Passammo per altre decine di porte e leggemmo troppe targhe per elencarle tutte, queste sono quelle che, per un motivo o per un altro, sono rimaste impresse nella mia mente.
Fu bizzarro ma allo stesso tempo divertente scoprire che i gatti avessero un mondo tutto loro, una vera e propria civiltà. Ero molto curioso di entrare in quelle stanze ma, purtroppo, era proibito agli esseri umani.
A un certo punto ci fermammo. Eravamo giunti a destinazione, sulla targa della porta c'era scritto: "La sala degli scrittori falliti." Stranamente, non c'era alcuna didascalia.
Zula girò il pomello della porta.
- Eccoci arrivati. Entrate. -