domenica 10 febbraio 2008

La villa della strega - Parte 1



Era una sera buia e tempestosa: il freddo gelava anche l'anima e fuori pioveva a dirotto. È uno di quei momenti in cui mi piace stare seduto sulla mia sedia a dondolo vicino al camino, sorseggiare una bella tazza di cioccolata calda e leggere un buon vecchio libro dalle pagine ingiallite prima di andare a coricarmi.

- Beh, certo che Bram Stoker ne aveva di fantasia, vero Fred? - dissi, chiudendo il libro e volgendo lo sguardo verso di lui.
- Perché questa affermazione? Cosa sta leggendo? - mi chiese, col tono che solitamente usa quando dico qualche stupidaggine.
- "Dracula". -
- Ah... Bene... - La sua risposta non mi soddisfò per niente.
- Su, avanti, parla. Cosa ho detto di sbagliato questa volta? -
- Vede, Sognatore, lei non ha detto niente di male. È solo che, a volte, le persone danno dei giudizi troppo affrettati. Cosa intende lei per fantasia? -
Mi sentii un attimo spiazzato dalla sua domanda. - Beh, la fantasia è qualcosa che esiste solo nella nostra testa e, grazie a essa, siamo in grado di fare dei sogni meravigliosi o incubi spaventosi. -
Fred assunse un'aria da sapientone: - E non crede che, a volte, può accadere che la realtà superi la fantasia a tal punto che ci porti a considerare come fantastica una cosa reale? -
Quella vecchia cornacchia mi spiazzò per la seconda volta: - Mhh... Penso di sì... Ma cosa vorresti dire? -
- Ognuno creda a ciò che vuole! -
La sua ambiguità non faceva altro che aumentare la mia curiosità.
- Ho l'impressione che stai fremendo dalla voglia di raccontarmi una storia... Ho indovinato? -
- Assolutamente no. E poi, lo faccio per lei, che tanto ama le mie storie. -
- Uhm... Di' la verità... Hai mai vissuto una storia che ti ha veramente spaventato? -
- Non per vantarmi, ma deve sapere che io ho vissuto ogni tipo di storia. -
- Bene, allora mettimi paura. Voglio proprio vedere se ci riesci. -
- Si metta pure comodo e spenga la lanterna, ho proprio qualcosa che fa per lei. -


La villa della strega

Dominic trascorreva la maggior parte del tempo a leggere, cosa alquanto rara per un bambino di 13 anni. Credo sia stato il mio padrone più giovane... Uhm... Sì, decisamente.
Viveva con la madre e la nonna in un piccolo paese di montagna. Il padre era scomparso quando lui non aveva ancora compiuto un anno. Nessuno ha mai saputo che fine avesse fatto.

La sua corporatura esile e gli occhialoni da secchione lo rendevano soggetto agli sfottò dei soliti bulli.
- Domiiiiiiiiiinic! Scendi, la cena è pronta. - Era questa la frase che la mamma era solita gridare almeno tre volte prima che riuscisse a richiamare l'attenzione del figlio, immerso sempre nelle letture più torbide.
- Su, piccolo, non farla arrabbiare. -
- Ma, Fred, ero proprio al punto in cui Dracula azzanna Lucy... Uffà!!! -
Mi obbediva quasi sempre. Credo di aver rappresentavo per lui una figura paterna.
Aveva pochi amici, tre per la precisione: Alex, Jon e Anna. Abitavano nello stesso piccolo quartiere ed erano accomunati da una grande passione: le storie "paurose", come le chiamavano loro.
Dopo cena, si incontravano puntualmente nella piazzetta dove trascorrevano il tempo raccontandosi storie di paura scaturite dalla loro fantasia, anche se le spacciavano per vere. I loro racconti erano ispirati soprattutto alla villa disabitata che si trovava al confine del loro quartiere, vero e proprio soggetto del loro repertorio horror.
- Ragazzi, sentite questa. Mentre venivo qui in bici ho visto un tizio mascherato con una motosega che entrava nella casa. -
- Dai, Alex, ormai ne abbiamo abbastanza delle storie su quella casa. Abbiamo capito tutti che non ci abita nessuno da anni. -
Jon era il cinico del gruppo. Amava le storie paurose ma era conscio del fatto che era tutto una finzione.
Alex e Jon erano fratelli gemelli. Vestivano uguali e sempre con lo stesso stile: pantaloni, camicia a quadretti colorata e bretelle; si riusciva a distinguerli solo grazie a un neo affianco al sopracciglio destro.
- Non è vero. In quella casa c'è veramente la gente cattiva. - Anna era la credulona della situazione. Andava in giro con l'inseparabile Dedè , un maialino di peluche regalatole dalla nonna centenaria.
- Mia mamma mi ripete sempre "Stai attenta, in quella casa c'è sepolta una strega. Non attraversare mai le inferriate". - E io la credo la mia mamma! -

Era questo il gruppetto strambo di amici con cui Dominic amava passare le serate.

Prima di addormentarsi, il mio piccolo padrone era solito farmi delle domande.
- Fred, ma tu credi nelle streghe? -
- Eh eh, intendi quelli che girano nei castelli di notte e fanno rumore con le catene? -
- Ma no! Non i fantasmi. Ho detto streghe. -
A forza di sentirli parlare sempre di 'ste cose, ormai avevo le idee confuse. Era peggio di quando fui al servizio di uno stregone.
- Ah, sì, le streghe... Certo che ci credo, perché non dovrei?! -
A quella mia affermazione, si rimboccò le coperte fin sopra la testa.
- Anna ha detto che nella villa ce ne sta una. -
Era un bambino molto curioso.
- Tua mamma ti ha proibito di avvicinarti. E poi ne dicono tante su quella casa. -
Sembrava non avermi ascoltato per niente.
- Domani ne parlerò con gli altri. 'Notte Fred. -
Sentivo puzza di guai.

Erano da poco passate le 20 e, come al solito, erano tutti e quattro seduti sulla panchina vicino la fontanella della piazzetta. A scuola si erano messi d'accordo che ognuno sarebbe venuto con la sua bici.
Dominic sembrava davvero entusiasta di quello che stavano per fare.

- Allora, ragazzi. Non pensate sia l'ora di scoprire chi vive in quella casa misteriosa? -
- Ma chi ci deve abitare? È disabitata da anni. Stiamo per fare una cosa inutile. -
- Che c'è, Jon? Hai paura della strega? -
Alex amava provocare suo fratello. Quei due erano identici fisicamente ma opposti di carattere.
- Certo che no! Se c'è un fifone qui, quello sei proprio tu. -
- Ora ti picchio... -
- Smettetela! Non fate i bambini come al solito. -
Anna era l'unica capace di calmarli.
- Ma... -
- Niente ma, Alex. Sei stato tu ad iniziare. -
Erano scene molto divertenti da vedere, anche perché Jon e Alex erano entrambi infatuati dalla bella ragazzina.

Grazie alle bici, arrivarono in poco tempo fuori l'inferriata della grande villa.

- Chissà se la strega ha una scopa... -
- Oddio, spero di sì, - disse Jon, - altrimenti come farebbe a spazzare. -
Scoppiarono tutti a ridere, compreso suo fratello.
- Mia nonna dice che le streghe hanno i denti di ferro. -
- Beata lei. -
- Jon, ora basta. - gridò Dominic. - Qua stiamo rischiando la nostra pelle, non lo capisci? -
Il mio padrone si era calato perfettamente nella parte, si sentiva come il protagonista di un racconto dell'orrore.
- Sediamoci qui, per ora è meglio non entrare. -
Ormai si sentiva il leader del gruppo.


Per quasi un'ora, restarono in silenzio a fissare la casa con la speranza che qualcosa accadesse. All'improvviso, Dominic vide una luce accesa in una finestra.
- R-r-ragazzi, - quasi non riusciva a parlare dalla paura. - Vedete anche voi quella luce? -
Nessuna risposta.
- Ehi, perché non rispondete. - Si voltò e stavano tutti dormendo. - Ragazzi! - gridò, - Svegliatevi! Qualcuno ha acceso la luce! -
- Eh, come? Dove? - chiese Alex. Dal tono di voce si capiva che dormiva da almeno mezz'ora.
- Lì! - disse Dominic indicando la casa attraverso l'inferriata. - Quella finestra. -
- Ma... Io non vedo nessuna luce. -
E aveva ragione. Era tutto buio. Si svegliarono anche gli altri, curiosi di sapere cosa fosse successo.
- Vi assicuro che poco fa era accesa. -
- Ti crediamo, ma forse adesso è meglio andare a dormire, siamo stanchi. - disse Jon sbadigliando.
- No! - esclamò Dominic. - Voi non credete a quello che sto dicendo. Lì dentro c'è qualcuno, ne sono sicuro. -
- Padrone, forse per stasera è meglio andare, tua mamma si potrebbe preoccupare. -
- Non ti ci mettere anche tu, Fred. Le ho detto che avrei dormito a casa di Alex. Ora vi dimostrerò che non me lo sono inventato. -
Grazie alla sua corporatura esile, riuscì a passare tra le sbarre dell'inferriata.
- Ehi, ma sei impazzito?! - disse Anna a bassa voce, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno stesse guardando. - Se qualcuno ci vede siamo nei guai. -
Appena Dominic fece due passi oltre l'inferriata, la luce dietro la finestra si accese di nuovo... E stavolta tutti stavano guardando.
- Oh my God! - esclamarono contemporaneamente Alex e Jon. - La luce è accesa per davvero. -
Gli occhi del mio padrone brillarono di soddisfazione.
- Ve l'avevo detto! Non sono pazzo! - disse, rivolgendosi ai compagni. Dominic si trovò di fronte a dei volti terrorizzati... I suoi amici non riuscivano a muovere un solo muscolo del viso. Solo voltandosi di nuovo verso la casa, capì per quale motivo erano immobili.
Una misteriosa e oscura figura li fissava dalla finestra.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bello sei tornato! :-)

Unknown ha detto...

Cosa è successo? Perchè nessuno ha commentato? A parte me e inis fail. Non è piaciuto o mancanza di tempo x leggere? Cmq: mi piace e molto, niente male come inizio. Ah(sospiro) come mi piaccciono storie di questo genere :)

P.S. un consiglio: leggete dopo le 22.30